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Commenti al testo di Redazione LaRecherche.it
Mani prigioniere (inedito)

Sei nella sezione Commenti
 

 Franca Alaimo - 06/09/2013 17:39:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Nel ringraziare i nuovi commentatori di questa mia poesia, colgo l’occasione per farvi sapere che leggo con vivo interesse le varie rubriche della rivista, ma soprattutto le poesie, apprezzando vivamente molti degli autori che vi pubblicano, fra i quali vorrei ricordare la Bettarini, la Cavallo ( con quest’ultima sua originale raccolta da cui è stata tratta la poesia della settimana ), ma anche Attolico, Maggiani, Bizzarri, Spagnuolo, Musik e tanti altri.
Francesca Simonetti

 Maria Musik - 23/12/2011 19:49:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Premettendo che, non volendo dilungarmi, sottoscrivo quanto evidenziato dal commento di Franca Alaimo e scusandomi con l’autrice per questa "dissezione" operata sul suo bellissimo testo poetico, riporto qualcosa che mi ha colpita. Osservando, ad una seconda lettura, la poesia, sono saltati fuori i versi "disallineati"
"con strabico dolore
pure l’amore resterà senz’ali
di spirito e sangue
tenace oasi – caparbia volontà"
A mio avviso, una poesia nella poesia... affascinante effetto matrëška!

 Matilde - 23/12/2011 18:30:00 [ leggi altri commenti di Matilde » ]

Sei la più grande poetessa che io abbia mai visto.
Sei molto brava e parli al mio cuore e alla mia mente,con questa poesia mi trasmetti desiderio di solidarietà e pace.



 MariaTeresa Savino - 05/07/2011 18:22:00 [ leggi altri commenti di MariaTeresa Savino » ]

Poesia di tipo esistenziale:il passato che ci riporta immagini di giovinezza,il futuro che si prevede scontato,il presente che, come uno specchio falso,riflette una realtà distorta.Quando ci si rende conto che persino l’amore più non riesce a volare,resta la parola e la sua illusoria ricerca di liberi spazi,di rinnovata energia,di eternità.

 alla bottega, pavia - 05/07/2011 11:59:00 [ leggi altri commenti di alla bottega, pavia » ]

errata corrige: ... e testo sapientemente orchestrato ...

 alla bottega, pavia - 05/07/2011 11:50:00 [ leggi altri commenti di alla bottega, pavia » ]

un peculiare viaggio attraverso la creazione della parola poetica e testo sapintemente orchestrato sulla ricerca e sulla finalità della stessa parola. La lirica, permeata a tratti di immagini surreali e oniriche, celebra la nascita del canto attraverso la memoria e la parola, la tormentata separazione dalle rive del reale ed il ritorno ad esse come necessità primaria per la nascita del verso. Una dichiarazione poetica che elegge proprio la memoria a depositaria della poesia

 Giovanni Campana - 05/07/2011 07:37:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Campana » ]

Errata corrige: ...e invoca il tempo perché copra gli specchi...

 Giovanni Campana - 05/07/2011 07:31:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Campana » ]

Espressione e costrizione si dibattono in questo testo di Francesca Simonetti - di cui tento di seguito una lettura improvvisata - con la consueta forza e libertà dei suoi versi sempre palpitanti e sempre giocati nella direzione della profondità: lo "strabico dolore" che nell’incontrare i boschi e il mare li deforma, dunque li torva e li perde in un unico atto; e invoca il tempo perché apra gli specchi. Tutto è chiuso nella memoria, quasi un dimenticare proprio custodendo nella memoria. Ma quando l’amore resterà senz’ali tutto di ripeterà, un ripetere - dunque qualcosa di liberatorio, un ritorno - che è però un essere prigioniero di "ombre intruse". Ma la parola scritta sulla carta permane, si eterna. Qui F.S. introduce coraggiosamente quel passaggio inaudito della nostra civiltà alla parola - anche poetica - consegnata al computer, parola sempre in movimento, che ci guarda, anch’essa, come uno specchio segreto. Anch’essa, in modo più inquietante, è il nostro Altro, il nostro "alter ego", che, nella parola poetica, tutto invade, in tutto ritorna a noi, "magnetica forza della giovinezza", "in ogni forma di vita.. in ogni punta di roccia". Espressione, liberazione..., ma nell’essere "in ogni pietra, in ogni punta di roccia" è "come le mani prigioniere" di "un giardino senza fiori e senza conchiglie rubate al mare". Di nuovo, proprio nell’esprimere, quel che emerge è un essere prigionieri. Quel giardino - ma è "semza fiori"! - sarebbe, vorrebbe essere (così intendo quel "caparbia volontà") "sicuro porto", "tenace oasi" in cui eternare la vita, l’amore. Si può proprio dire che in questo testo la poesia non ha mancato la sua missione, cui Francesc Simonetti, come sa chi la conosca almeno un po’,è davvero profondamente votata.

 Mariolina La Monica - 04/07/2011 19:23:00 [ leggi altri commenti di Mariolina La Monica » ]

“… solo la parola connubio / di spirito e sangue / s’imprime sulla carta eternandosi”. Ebbene, pare che in questi versi di Francesca Simonetti condensino il suo credo poetico, in una lirica che offre uno spiccato paesaggio dell’anima ed in cui la sua capacita espressiva ci trasla armoniosamente tra un pensiero desto e attento a ciò che era e a ciò che è, e ci riporta al proposito finale di eternare la vita, l’amore.
Grande poesia in cui lo scavo si fa voce di un’intima ricerca di spiritualità e l’evocazione crea immagini saporose della caparbia volontà di affermare ciò che siamo stati, facendo poeticamente confluire quello che siamo in una sorta di riflesso che sempre indica la via verso l’altro noi.

 Lola Schirò, 02 luglio 2011 - 03/07/2011 08:53:00 [ leggi altri commenti di Lola Schirò, 02 luglio 2011 » ]

Lirica in cui, magistralmente, Francesca Simonetti riesce con naturalezza a commisurare il classico con il moderno. La consapevolezza del passato, che si ripeterà in un futuro "nel bene e nel male quando pure l’amore resterà senz’ali", evidenzia come il continuo divenire dell’uomo, che vive la vita, è forte in tutte le sue sfaccettature. Solo l’amore la renderà immortale se essa è vissuta con tenacia e caparbietà.

 Franca Alaimo - 28/06/2011 16:31:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

La caratteristica fondamentale della scrittura di Francesca Simonetti, autrice che conosco bene, è quella capacità di ricondurre le numerose digressioni dei suoi testi al tema di fondo del rapporto tra la realtà e il modo di raccontarla che è la poesia, la quale non solo le dà senso, ma la proietta in una zona atemporale. Le digressioni , allora, costituiscono, allo stesso tempo, sia un segnale della complessità della realtà sia dell’esuberanza della sua parola, che accoglie i più minuti dettagli e memorie e riflessioni sotto il suo manto largo ed accogliente, perché nulla si disperda, perché tutto continui ad essere. In questo testo, in particolare,
c’è come una sorpresa dell’autrice di fronte la parola che la fissa dallo schermo del computer dove sta digitandola, quasi che, una
volta scritta, essa assuma corpo e sangue: è un’allusione alla "fisicità" della poesia come fatto creativo incaccellabile, ma anche all’ispirazione come slittamento fra la consapevolezza quotidiana di sè e la percezione di sè come "altra", in quanto poeta e, quindi, creatrice di una realtà altra, più profonda, più intima.
Aggiungo, infine, che la poesia della Simonetti possiede un lessico, suo perfettamente riconoscibile, grazie all’insistenza di molte parole-chiave, che costituiscono un fil rouge assai interessante.

 Maria Rosa Cugudda - 28/06/2011 15:05:00 [ leggi altri commenti di Maria Rosa Cugudda » ]

Lirica suggestiva ed incisiva, nella quale l’autrice
si pone interrogativi esistenziali e filosofici profondi,
stilata con cura ed eleganza.Apprezzata particolarmente!

 Nicola Romano - 27/06/2011 12:06:00 [ leggi altri commenti di Nicola Romano » ]

Versi che pongono un confronto con se stessi e con un passato che non ha bisogno di essere riflesso, poichè si è già cristallizzato nei nostri occhi e nella nostra pelle come a formare le squame di quel che siamo oggi. Con questi fluidi versi Francesca Simonetti si interroga sullo stato di avanzamento del nostro essere sensibile, con la consapevolezza di dover ancora combattere e scandagliare quell’«io» altro che, in definitiva, rappresenta il nostro principale interlocutore.

 Loredana Savelli - 27/06/2011 09:02:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

..."solo la parola connubio
di spirito e sangue
s’imprime sulla carta eternandosi": splendidi versi che riassumono l’anelito di questa poesia. Essa accenna a diversi temi, molto proustiani, tra il tempo-ciclico, la memoria, la scrittura (specchio/alter-ego) e non ultimo una sorta di panismo. La giovinezza (dello spirito), sostiene con enfasi l’autrice, è infatti impressa "nello spazio, in ogni sorta di vita" e nascosta negli strati profondi: lì, caparbiamente, sono eternati "la vita, l’amore".
Molto bella.